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Lettera a Primo Levi

Egregio collega Levi,

a distanza di svariati dalla sua proclamazione e dalla sua professione posso confrontarmi finalmente con lei, dato che anch’io da poco sono un chimico. Inoltre le posso con affetto dire che amo molto la sua città e che sono stata proclamata nella sua università, nell’aula a lei dedicata. Leggendo la sua autobiografia ‘Il sistema periodico‘ non nascondo il fatto di essermi commossa ed emozionata difronte agli aspetti più tragici della sua vita, soprattutto perchè li ha affrontati alla stessa età che ho io ora. Oggi la chimica è molto cambiata da quando la studiava lei, anche se la passione che hanno i chimici per il mondo che li circonda è la stessa che lasciava trasparire lei nel suo romanzo, o almeno per me è così.

Oggi l’atomo non si vede ancora, ma la tecnologia ha permesso di scoprire quali elementi compongono una sostanza senza dover impiegare reagenti particolari. Uno sguardo importante ha ora anche l’ecologia e la possibilità di riciclare tutto ciò che si può, come dare una nuova vita alle sostanze.

Ciò che purtroppo non è cambiato è il fatto che buona parte delle sue colleghe smette di praticare la professione per la famiglia: ebbene sì, caro collega, in questo presente ad un colloquio ti chiedono se sei nubile o libera e se hai intenzione di far famiglia, e ad un certo punto, se non subito, sei scartata e al tuo posto scelgono un uomo. Ma purtroppo in queste questioni non c’entra la chimica ma le leggi dell’uomo.

Conto di riscriverle per dirle che il mondo è cambiato, ma forse ci vorrà qualche anno. Grazie per le sue opere, e per tutto.

Nerd in Cucina.